La pollicoltura italiana
In un vecchio libro, pubblicato da Federico Clementi, le sette regole base per un’avicoltura di successo e di qualità. In sette semplici consigli antichi il segreto per chi oggi vuole avviare con successo innovazioni di prodotto e innovazioni di processo.
Tra le razze preferiamo quelle italiane selezionate. È raccomandabile in alcune provincie l’allevamento di razze locali, quando queste abbiano delle caratteristiche tipiche da difendere e presentino notevoli pregi produttivi.
Il pollame ha diritto ad un alloggio igienico e adatto alle sue modeste esigenze. Lo spazio è il segreto del successo di un allevamento.
Nella sagace scelta dei mangimi in relazione al loro costo sta la soluzione dell’importante problema dell’alimentazione del pollame, con evidenti riflessi sul campo tecnico dell’allevamento e su quello economico della produzione.
Per mettere insieme gruppi di pollame che producano bene, è utile sapere distinguere le buone dalle cattive ovaiole, ma soprattutto occorre controllare la produzione dei riproduttori per potere individuare i figli delle migliori ovaiole.
Il sistema d’incubazione più diffuso è quello naturale, ma per evitare insuccessi anche in questo campo, sarà utile conoscere le norme razionali dettate a questo riguardo. L’allevamento dei pulcini richiede maggiori cure di quanto si creda per evitare spiacevoli perdite.
Non bisogna esagerare coll’affermare che le malattie sono la causa di tutti gli insuccessi di pollicoltura. Le malattie oggi si prevengono e si combattono perché abbiamo disponibili le difese necessarie.
Valorizzare i prodotti significa aumentare il reddito del pollaio. Troppe poche cure sono generalmente portate a questo riguardo. Eppure una gradita presentazione del pollame vivo o morto, nelle esposizioni e nei mercati, è la sintesi di una avicoltura pregiata.