Gestione di un allevamento di conigli a novembre
Tecnica d'allevamento
Consigli e indicazioni per la gestione di un gruppo di conigli, allevati con metodo estensivo o anche biologico, per la produzione di carni di qualità, nel mese di novembre.
Gestione dei conigli
I conigli sono dotati di una naturale pelliccia che li difende dal freddo. Questi animali non manifestano pertanto particolari problemi durante il periodo autunnale a parte situazioni di umidità eccessiva e correnti d’aria. Nella conigliera quindi, l’attività riproduttiva è ormai in ripresa. Questa a novembre è senza dubbio l’attività più importante e presenta una maggiore rilevanza specialmente quando viene fatta con nuove coniglie. Infatti inizia, in questi mesi, l’attività riproduttiva delle coniglie e dei maschi nati nella scorsa primavera. I nuovi conigli riproduttori iniziano la loro attività con i primi parti e le cure alla prole.
Nelle cassette nido è necessario aggiungere fieno di prato polifita per ridurre al minimo le dispersioni di calore.
Dopo il parto controllate le nidiate (giornalmente durante la prima settimana) per la verifica immediata dello stato di salute, del numero dei nati, per l’eliminazione dei morti, dei soggetti deboli e per il pareggiamento delle nidiate raggiungendo la formazione di gruppi omogenei di 8 coniglietti per nido dato che ogni coniglia ha, in genere, 8 capezzoli attivi. Dopo lo svezzamento, che avviene almeno dopo la quinta settimana, i conigli possono essere allevati a terra su pavimento imbottito di paglia. La concentrazione consigliata è di 7-8 capi per metro quadrato. Possono essere allevati sino a 50 capi, coetanei, nello stesso box.
La riproduzione nei conigli
Per ottenere buoni risultati nella fecondazione delle coniglie è necessario scegliere il momento giusto. Anche se l’ovulazione delle coniglie è indotta dall’accoppiamento non va dimenticato che questi mammiferi hanno un ciclo di ovulazione che dura 16 giorni dei quali 10-12 sono fecondi. Possono essere fecondate quindi le femmine che presentano la mucosa vulvare rossa (sintomo di calore).
L’accoppiamento deve essere preceduto dal corteggiamento durante il quale il maschio stimola la regione inguinale della femmina ottenendo una maggiore accettazione e una sicura ovulazione. Se dopo l’accoppiamento la femmina viene lasciata con il maschio per almeno 10-15 minuti si ha un miglioramento della fertilità. Non dimenticate che per i maschi giovani i primi accoppiamenti devono essere fatti con femmine non primipare.
È possibile che dopo il primo accoppiamento non si verifichi la fecondazione e si instauri una “pseudogravidanza”. Questo stato può durare 2-3 settimane e le coniglie possono essere re inseminate dopo 20 giorni. Se anche al secondo tentativo la coniglia non resta gravida si consiglia di sostituirla. Non va comunque dimenticato che quando le giornate sono corte, si verifica il più basso tasso di fecondità annuale. Questo problema può essere risolto con la regolazione del fotoperiodo.
Accertamento della gravidanza
Dopo 10 – 12 giorni dall’accoppiamento procedete all’accertamento della gravidanza. Uno dei metodi più usati è quello della palpazione. Questa è una operazione che prevede una certa professionalità da parte dell’allevatore. Tra il decimo ed il quattordicesimo giorno, dopo l'accoppiamento, nell'utero della coniglia gli embrioni si sono sufficientemente sviluppati e la loro presenza può essere rilevata attraverso la palpazione dell'addome. L'operazione va eseguita sistemando la femmina su di una superficie piana e facendo il possibile affinché la coniglia risulti completamente rilassata. La coniglia viene tenuta ferma con una mano (generalmente la sinistra) mentre con l'altra si scivola verso il ventre procedendo dalla parte anteriore a quella posteriore.
Gli embrioni si manifestano come sfere carnose elastiche che raggiungono le dimensioni di un fagiolo, non molto tangibili, ben aderenti alle pareti uterine. Una volta localizzati è confermata la diagnosi.
Dubbi sulla diagnosi possono sorgere con:
- coniglie eccessivamente grasse la cui copertura di grasso rende difficile notare gli embrioni;
- coniglie con mammelle molto sviluppate perché è frequente che la palpazione coincida con il punto massima lattazione;
- coniglie con pochi feti: se ce ne sono tre o meno è difficile riconoscerli;
- coniglie eccessivamente nervose che non si prestano alla manipolazione.
Sistema ciclizzato
Vi consigliamo di seguire il sistema ciclizzato in modo da poter raggruppare i parti e consentire quindi l'adozione dei piccoli. Infatti se una femmina partorisce pochi piccoli o troppi è opportuno procedere al pareggiamento delle nidiate allo scopo di ottenere nidi con 6-8 coniglietti per femmina.
Per una corretta gestione anche di un piccolo allevamento di conigli si consiglia di organizzare le attività a cadenza settimanale in modo da organizzare le diverse procedure e destinare ogni giorno della settimana a una determinata operazione.
Questa gestione settimanale dipende dal metodo d’allevamento che si intende seguire. Quello che noi proponiamo è relativo ad un allevamento in gabbi – ceste sistemate all’aperto con macellazione dei conigli all’età di 90 giorni e svezzamento dopo le 5 settimane e cioè a 38 giorni.
Quindi per riassumere le attività che devono essere svolte le riassumiamo di seguito indicando il giorno necessario per questa attività:
1. partiamo dall’accoppiamento che viene fatto il giorno 1;
2. poi segue la palpazione per l’accertamento della gravidanza che viene fatto 13 – 14 giorni dopo il parto;
3. poi abbiamo il parto dopo 30 giorni dall’accoppiamento;
4. il secondo giorno dal parto si controllano le nidiate;
5. il terzo giorno dopo il parto si può procedere, se necessario, al pareggiamento delle nidiate;
6. a 38 giorni dalla nascita si esegue lo svezzamento e cioè si allontana la coniglia e si sposta in un’altra gabbia;
7. a 90 giorni dopo il parto i conigli sono destinati alla macellazione per la ristorazione.
L’organizzazione del ciclo settimanale dipende da quando si vogliono vendere o macellare i conigli. Ipotizzando di destinare il venerdì alla macellazione l’organizzazione settimanale si esplicita in questo modo:
lunedì: controllo dei parti;
martedì: pareggiamento delle nidiate e svezzamento;
mercoledì: palpazione e accertamento della gravidanza;
giovedì: palpazione e accertamento della gravidanza;
venerdì: accoppiamenti e macellazione;
sabato: nulla;
domenica: parti.
Considerando che durante il parto non ci sono attività da seguire restano due giorni liberi alla settimana e cioè il sabato e la domenica. Ovviamente l’alimentazione deve essere fatta tutti i giorni.
Integrazione luminosa
Come tutti gli animali anche nel coniglio l’attività riproduttiva è legata al fotoperiodo cioè le ore di luce in una giornata. Per ottenere dei buoni risultati riproduttivi il fotoperiodo deve essere pari a 14 ore di luce/giorno con un’intensità di 3-4 watt per m2. Nel periodo autunnale e invernale, quando le ore di luce/dì sono inferiori il problema viene risolto integrando la luce solare con luce artificiale sia al mattino che alla sera.
A inizio novembre serve un’integrazione di 3,30 ore di luce e l’illuminazione deve essere accesa dalle 3,00 alle 6,30 del mattino e dalle 17,00 alle 19,00 della sera;
dal 10 a fine mese servono 4,00 ore di luce e l’illuminazione deve essere accesa dalle 3,00 alle 7,00 del mattino e dalle 17,00 alle 19,00 della sera.
Alimentazione dei conigli
Seguite con cura l’alimentazione in quanto i conigli devono affrontare gli sforzi della gestazione e dell’allattamento e prepararsi per i prossimi freddi invernali.
Un’alimentazione di base deve essere costituita da cereali e leguminose distribuiti sotto forma di fiocchi con un’integrazione di fieno necessaria per l’apporto di fibra. La forma a foglia dei semi fioccati è infatti molto appetita ai conigli e il loro valore nutritivo è elevato. Il fieno inoltre deve essere distribuito giornalmente sia ai riproduttori che agli animali all’ingrasso.
I vantaggi determinati dalla somministrazione del fieno sono molteplici e oltre al valore nutritivo va ricordata anche la capacità di questo alimento di mantenere in ottimo stato la fisiologia digestiva del coniglio. Gli steli delle essenze che costituiscono il fieno, prima di essere ingeriti devono infatti essere accuratamente masticati. Tale operazione determina un'abbondante produzione di saliva che con la sua acidità mantiene inalterato il Ph intestinale contribuendo a mantenere sano il coniglio.
L’alimentazione inoltre può essere integrata con foraggi verdi: erbe dei prati (medica e trifoglio), erbai (veccia, segale e ravizzone), foglie, piante infestanti (scarpate delle strade di campagna, bordi delle ferrovie, ecc.), tuberi, radici, verdure come il cavolo, ortiche. La distribuzione di questi foraggi può essere fatta due volte al giorno.
Se si registra una scarsità di foraggi verdi, le mele e le pere di scarto possono essere distribuite ai conigli come integrativo dell'alimentazione verde. Oltre ad essere degli ottimi alimenti questi frutti sono da considerarsi anche come una strategica bevanda. Mele e pere inoltre sono da considerarsi come integrazione ricca di zuccheri e pertanto molto energetica.
Considerate le abitudini notturne del coniglio non fate mai mancare erbe o verdure nella rastrelliera durante la notte. La quantità di foraggi da distribuire alla sera deve essere tale da consentire degli avanzi al mattino che verranno poi consumati durante la giornata. Al mattino, invece, distribuite mangime e cereali fioccati.
Per quanto riguarda il mangime si consiglia la distribuzione di un “tipo unico” con le seguenti caratteristiche medie: proteine grezze 17%, fibra grezza 14%, grassi grezzi 2-3%, e 2.500 Kcal/Kg di energia digeribile. Il mangime deve essere distribuito in mangiatoie a tramoggia: nelle gabbie dei riproduttori la mangiatoia deve avere in fronte di almeno 10 cm e una capienza media di 1,5-2,0 Kg mentre per i conigli all’ingrasso a terra si consigliano mangiatoie a tramoggia con scomparti ampi 7-8 cm e nel numero di 2-3 scomparti per 8-15 conigli.
Particolare attenzione deve essere poi posta all’acqua di bevanda. Specialmente di notte l’acqua può gelare con disagio agli animali. Se non disponete di un impianto a ciclo chiuso di distribuzione dell’acqua è necessario svuotare gli abbeveratoi alla sera e riempirli al mattino presto. Per diminuire i disagi legati all’assenza d’acqua di bevanda si può ovviare distribuendo tuberi e radici: carote, patate, topinambur ecc.