Çatalhöyük un villaggio turco del neolitico
La storia dell’agricoltura attraverso i disegni
Çatalhöyük fu un importante centro abitato di epoca neolitica (dal 7400 al 5700 a.C.), sito nella odierna provincia turca di Konya, ai margini meridionali dell'altopiano anatolico.
Le case del villaggio agricolo erano monocellulari e addossate l'una all'altra. Erano di altezze diverse e ci si spostava passando da un tetto ad un altro e per molte case l'ingresso su quest'ultimo era l'unica apertura. La circolazione e gran parte delle attività domestiche avveniva al livello delle terrazze. L'assenza di aperture verso l'esterno, nonché di porte a livello del terreno, difendeva la comunità dagli animali selvatici e da eventuali incursioni di popolazioni confinanti. le persone si spostavano sui tetti e accedevano alle loro case tramite una scala di legno attraverso un’apertura nel soffitto. Queste scale erano le sole vie d'accesso all'intero complesso che potevano facilmente essere ritirate in caso di pericolo.
Ogni abitazione era divisa in due stanze. Quella più grande aveva al centro un focolare rotondo ed intorno dei sedili e delle piattaforme elevate per dormire; in un angolo c'era un forno per cuocere il pane. La stanza più piccola era una dispensa per conservare il cibo. Tra una casa e l'altra c'erano dei cortili usati come stalle per capre e pecore.
Le case presentavano stanze decorate e arredate. Sulle pareti erano presenti pitture e sculture di argilla che raffigurano scene di animali e divinità specialmente femminili.
Gli abitanti seppellivano i propri morti, divisi per sesso, sotto le piattaforme usate come giacigli.
I cadaveri, prima di essere sistemati sotto i giacigli, venivano esposti all'aperto in attesa che gli avvoltoi procedessero ad una completa scarnificazione, lo stesso sistema usato ancora oggi dai Parsi in India ed in Iran, dove i cadaveri sono depositati nelle cosiddette torri del silenzio.