Ciclo riproduttivo per la conservazione delle Anatre Mute
Modello per la conservazione della biodiversità domestica
L’anatra muta è la denominazione volgare dell’anatra muschiata, a volte viene chiamata impropriamente anche anatra di barberia o anatra della Guinea. Deriva dalla “Cairina moschata” originaria dell’America centro-meridionale dove è ancora presente allo stato selvatico.
Addomesticata dagli indigeni, molto prima dell’arrivo degli europei nelle Americhe, è stata introdotta in Italia nel 1500. Inizialmente, nonostante la sua grossa mole, veniva allevata a scopo ornamentale.
Anche se di origine straniera, in base alla Legge 1° dicembre 2015 n. 194 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” (G.U. 11 dicembre 2015, n. 288), l’Anatra Muta è una “Risorsa genetica locale di interesse alimentare ed agrario” in quanto è stata introdotta da lungo tempo nel territorio nazionale, e nelle diverse Regioni, naturalizzata e integrata tradizionalmente nella nostra agricoltura e nel nostro allevamento.
Il modello di conservazione delle diverse razze della specie Cairina moschata (Anatra Muta o Muschiata) ha come obiettivo la pianificazione delle attività di riproduzione e di allevamento della rimonta interna per la conservazione della biodiversità locale.
I riproduttori devono essere allevati in idonei locali con annesso pascolo. Il gruppo riproduttivo (famiglia) deve essere costituito da un maschio e due femmine. Per la conservazione di n. 1 UBA (Unità Bovino Adulto come da allegato V al Reg. CE. n. 1974/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006) occorre allevare 11 famiglie di Anatre Mute e cioè 11 maschi e 22 femmine per un totale di 33 capi riproduttori.
Per il benessere degli animali non possono comunque essere allevate più di 40 famiglie (120 capi adulti) nello stesso ricovero.
La concentrazione all’interno del ricovero non deve superare il metro quadrato per famiglia: 3 capi per metro quadrato di pavimento che deve essere tutto pieno (no grigliato o posatoi) e imbottito con uno starato di paglia asciutta.
La concentrazione al pascolo deve garantire uno spazio inerbito di 15 metri quadrati a capi.
L’accasamento delle anatre nei locali destinati alla riproduzione avviene verso il mese di gennaio. L’inizio della deposizione si ha generalmente verso marzo e continua fino a settembre. I futuri riproduttori devono nascere da uova deposte da anatre al secondo o terzo ciclo di deposizione. Se possibile dalle anatre al terzo ciclo di deposizione devono essere scelti i futuri maschi riproduttori. La raccolta delle uova destinate a far nascere i futuri riproduttori si fa, in genere, da metà aprile a maggio.
Considerato che mediamente la produzione necessaria per la rimonta si può ottenere in tre settimane (cioè 20-21 giorni di produzione di uova), si consiglia di organizzare n. 2 incubate per raggiungere un sufficiente numero di capi idoneo a costituire la rimonta. La prima incubazione viene fatta fine aprile (raccolta delle uova per 10 giorni), la seconda in maggio: raccolta delle uova per 10 giorni.
Il numero di anatre da allevare per la rimonta è pari a circa 6 capi per ogni femmina da sostituire. Nel caso di ricostituzione di n. 1 UBA di riproduttori si consiglia di allevare circa 130-140 anatroccoli.
Le uova possono essere covate dalle stesse anatre, da una chioccia (gallina o tacchina)o può essere utilizzata l’incubazione artificiale. Nel caso della cova una gallina comune può covare 7-9 uova di Anatra Muta mentre una tacchina ne cova 10-12. Il periodo di incubazione dura 35 giorni.
Verso i primi di aprile inizia l’allevamento della rimonta. All’età di 6-7 settimane di vita le anatre devono avere sempre libero accesso al pascolo. In base alle diverse fasi d’allevamento si procede poi alla selezione dei riproduttori. A gennaio la rimonta deve essere accasata nei ricoveri di riproduzione.
L’attività dei maschi dura solamente un anno. Le femmine possono essere allevate, economicamente, anche per tre cicli di deposizione.