Le Grandi torri colombaie
L’allevamento del colombo nella storia
La Villa Trissino (Meolo -Vicenza) è una villa veneta incompiuto di Andrea Palladio. Le barchesse e la colombaia, costruite intorno al 1567 , sono oggi le uniche parti esistenti del progetto
Frontespizio del Trattato “De Agricoltura” scritto da Pietro de Crescenzio nel 1495. Notare le dimensioni della colombaia (in alto a sinistra) e confrontarle con le dimensioni del pollaio: in basso a sinistra.
Le Grandi torri colombaie erano costruzioni tipiche del paesaggio rurale medioevale. Il valore economico delle torri colombaie non deriva però, soltanto dalla possibilità di poter allevare migliaia di colombi e quindi dalla grande disponibilità di carne pregiata, ma anche, e specialmente, dall’enorme quantità di colombina che si accumula all’interno delle torri stesse. Oltre ad essere un ottimo fertilizzante (produzioni orticole), la colombina era utilizzata anche nella concia delle pelli.
Spesso le Grandi torri colombaie avevano anche funzione torre d'avvistamento. In ogni caso non avevano alcuna funzione difensiva attiva.
In Europa la costruzione e gestione di Grandi torri colombaie costituiva anche un esplicito diritto dei feudatari e simboleggiava, in Francia, diverse “scale” di prestigio sociale. Questa differenziazione, in Francia, portò alla distruzione di tutte le Grandi torri colombaie al tempo di Rivoluzione francese.
Colombaia Isolani a Minerbio (Bologna) costruita nel 1536
foto anni ‘60
Interno della colombaia Isolani a Minerbio (Bologna) costruita nel 1536. Notare il corridoio in legno che permette il controllo dell’attività produttiva.
foto anni ‘60
La tecnica costruttiva
Nella maggior parte dei casi tali torri avevano forma circolare, ma potevano anche essere di forma quadrangolare. All'interno si trovavano le “poste” che ospitavano le coppie di colombi e il loro allevamento. Ogni coppia aveva a disposizione due “poste”.
In genere sono isolate o poco distanti dal complesso rurale o cittadino. Altre volte si trovano inglobate in giardini chiusi. Erano costruite secondo parametri ben precisi di larghezza e altezza per favorire l’accesso dei colombi e per proteggere le “poste” dagli agenti atmosferici. Le tecniche di costruzione, storicamente codificate, prevedono un’altezza di poco maggiore alla lunghezza del diametro: alta non più di quattro volte la larghezza.
Era importante dimensionare la grandezza della torre con il numero di colombi da allevare. Se troppo ristretta risultava troppo calda in estate. Se troppo grande i colombi soffrivano il freddo durante l’inverno.
Internamente la colombaia era vuota per favorire il volo dei colombi che, tornati dai voli esterni, raggiungono le loro “poste” di nidificazione per dare il cambio al partner o per alimentare la prole. L’allevatore poteva raggiungere le diverse celle di nidificazione dei colombi attraverso una scala che grazie a un “palo perno” centrale garantiva di raggiungere qualsiasi parte interna della torre.
A volte, nelle colombaie a forma quadrata, l’accesso alle poste di nidificazione dei colombi, era garantito da un corridoio in legno che permetteva l’accesso dell’operatore.
In ogni caso il centro della colombaia era sempre vuoto per favorire il volo degli adulti.
Il pavimento della voliera è generalmente piastrellato per facilitare la raccolta di escrementi (colombina).
Scala interna per il controllo dell’attività produttiva in una Grande torre colombaia a base circolare (sopra), sezione di una Grande torre colombaia a base circolare (sotto)