Il maiale dell'Abbazia
Disciplianari d'allevamento
Il disciplinare per la produzione del “Maiale dell'Abbazia” è stato curato dal Dr. Giovanni Mateotti, veterinario ed esperto nel progettare allevamenti estensivi anche con metodo biologico.
È prevista una zona di produzione che corrisponde all'area di influenza storica dell'Abbazia di Leno e comprende quindi le Regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Liguria.
Per quanto riguarda l'origine degli animali, nella scelta delle razze da allevare, sono da privilegiare quelle rustiche e a mantello colorato. I maiali devono appartenere a razze riconosciute Italiane o loro incroci. La genetica degli animali deve essere approvata per iscritto da un rappresentante del Consorzio di tutela del marchio. Tutti i maiali devono essere individuati con navetta auricolare con numero progressivo. Le navette sono fornite dal Consorzio.
L'allevamento è essenzialmente all'aperto. Sono ammesse le capannine parto. La densità di capi per ettaro è di 14 grassi, 74 lattoni fino a 30 kg PV, 6,5 scrofe e verri. Nella zona d'allevamento devono essere presenti: acqua pulita sempre a disposizione, ombra, una zona fangosa d'estate. È vietato il taglio della coda e dei denti.
In riferimento all'alimentazione è ammessa solo quella attuata secondo il disciplinare del Prosciutto di Parma – San Daniele. Sono da preferire le materie prime locali. Lo spazio di pascolo deve avere valore alimentare. Sono vietati i mangimi medicati per la profilassi.
In merito ai ricoveri sono ammesse le capannine parto e strutture leggere chiuse su tre lati. Il fondo deve essere su lettiera vegetale abbondante, asciutta e pulita. Gli animali devono essere in grado di entrare e uscire agevolmente e senza limitazioni dai ricoveri.
Non sono ammesse gabbie parto, gabbie gestazione, gabbie svezzamento.
Il recinto esterno deve essere doppio, di rete metallica all'esterno e filo elettrico all'interno posto ad almeno 35 cm dalla rete. Le suddivisioni interne possono anche essere in solo filo elettrico.
I recinti devono essere concepiti in modo da consentire una corretta rotazione in modo da non rovinare la vegetazione superficiale. È ammessa una zona di cattura per gli animali ai fini del carico o per controlli sanitari.
Per quanto riguarda l'igiene e la profilassi è permesso un unico ciclo di cure con farmaci allopatici su di un singolo animale all'anno. In ogni caso i normali tempi di sospensione devono essere raddoppiati. Sono ammesse le vaccinazioni oltre a quelle obbligatorie richieste dal Servizio Veterinario Nazionale.
Per quanto concerne alle tecniche di gestione i suinetti devono essere acquistati ad un peso inferiore ai 30 kg. e portati fino al macello secondo le norme previste dal disciplinare.
è ammesso acquistare maiali di qualsiasi peso da un allevamento che segua le presenti norme e sia associato al Consorzio. I riproduttori possono essere immessi di qualunque peso. È ammessa la fecondazione artificiale, benché sia da preferire quella naturale. È ammessa la castrazione dei maschi, ma solo entro i 15 giorni di vita. È vietato svezzare prima dei 40 giorni di vita. È vietato l'uso di "pile elettriche" e ferratura del grugno.
Oltre alle registrazioni di legge (registro di carico e scarico animali, registro interventi veterinari ecc.) deve essere presente un registro di carico e scarico navette numerate e dei mangimi utilizzati.
La macellazione può essere effettuata solo nelle strutture convenzionate col Consorzio di tutela. Il processo di macellazione e trasformazione deve essere sottoposto ad ispezione dell'Organismo di Controllo almeno annuale. La richiesta di etichette per i prodotti trasformati, deve essere fatta al Consorzio di Tutela.
Per chi non osserva le indicazioni del disciplinare è previsto un richiamo scritto per lievi non conformità, sospensione ed espulsione.