Metodo d’allevamento “Mediterraneo” per valorizzare gli allevamenti alternativi legati al territorio
Riassunto: Con l’obiettivo di rendere omogenee le tecniche d’allevamento e riproduzione per le razze locali e per le produzioni tipiche vengono indicate, per le diverse specie avicole di interesse zootecnico, le concentrazioni di animali nei ricoveri e nei pascoli, le caratteristiche dei ricoveri (posatoi e nidi) e l’età minima di macellazione. Vengono inoltre date indicazioni sulle cure sanitarie e sui metodi di rimonta.
Parole chiave: pollo, tacchino, faraona, oca, anatra, rimonta, ricovero, pascolo,
Method of Mediterranean breeding to exploit alternative breedings connected to the territory
Summery: With the aim to homogenize the breeding and reproduction methods of local
breeds/races, the concentrations in shelters and pastures of animals (perches and nests) and the
minimum age to butcher are indicated for the typical productions of the different avicultural
species of zootechnical interest. Moreover are indicated medical treatments and methods of
remount.
Key words: chicken, turkey, guinea-fowl, goose, duck, remount, shelter, pasture.
Premessa
L’attività di selezione e miglioramento genetico di razze rustiche di avicoli ha evidenziato la necessità di definire un disciplinare per le procedure di selezione e allevamento destinate alle produzioni di nicchia utilizzando razze autoctone avicole. Questo metodo d’allevamento integrato prende origine dalle seguenti esperienze:
- allevamento tradizionale come dai disciplinari della Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo;
- integrità dei suoli e protezione dell’ambiente applicando un metodo estensivo;
- benessere degli animali acquisendo le ultime conoscenze in materia;
- salubrità delle carni mutuando le norme previste in zootecnia biologica;
- legame con l’ambiente applicando idonei programmi di selezione e miglioramento genetico;
- tipicità delle produzioni attraverso l’impiego di razze autoctone, l’integrazione alimentare con prodotti legati al comprensorio e il recupero degli usi locali.
Risultati e discussione
Dall’elaborazione e dall’integrazione delle conoscenze indicate in premessa, e conformemente
all’esperienza acquisita ed alle informazioni scientifiche, possono essere dedotte le indicazioni di
seguito descritte.
Ricoveri
Recuperando le regola dell’allevamento tradizionale e per assicurare il benessere degli animali in allevamento, garantendo la “libertà dal disagio” durante le fasi di accrescimento e ingrasso, il pavimento dei ricoveri deve essere tutto pieno (paglia, truciolo, ecc.) per le anatre e per le oche mentre, per polli, faraone e tacchini, a partire dalla 9^ settimana di vita, il pavimento deve essere per almeno 2/3 realizzato con posatoi adeguatamente dimensionati. Per quanto riguarda i riproduttori in pavimento rimane totalmente pieno per anatre e oche mentre per polli, faraone e tacchini il pavimento deve costituito da posatoi almeno per 1/3-1/2 della sua superficie.
Per quanto riguarda la concentrazione dei capi, all’interno dei ricoveri, questa non deve superare, durante la fase di ingrasso e dopo l’8^ settimana di vita, il seguente numero di capi per m2 di ricovero: 10 capi per i polli; 8 capi per i capponi oltre la 16^ settimana di vita; 5 capi per tacchini; 8 capi per le anatre; 3-4 capi per le oche e 10 capi per le faraone.
Durante la fase riproduttiva il numero di capi per m2 di ricovero deve essere: 4 per le razze nane e leggere di pollo; 3 per le razze mediopesanti e pesanti di pollo; 3 per i tacchini; 5 per le faraone; 2 per le oche e 3 per le anatre.
Pascolo
I ricoveri devono sempre avere a disposizione un’adeguata area pascolo. Il corretto dimensionamento del pascolo è fondamentale per garantire l’integrità del suolo e la protezione dell’ambiente evitando di superare una produzione di 170 Kg. di azoto/anno per ettaro a pascolo.
Un pascolo idoneo consente poi di garantire un ceto libello di benessere agli animali garantendo loro la “libertà di esprimere un comportamento normale”.
Gli animali in accrescimento devono quindi poter accedere a recinti di ambientamento già dalla 3^-4^ settimana di vita. Dall’8^ settimana di vita (e durante l’attività riproduttiva) devono avere libero e continuo accesso al pascolo. La concentrazione di capi (m2 di pascolo per capo) non deve essere inferiore a: 10 m2/capo per i polli; 15 m2/capo per i capponi; 25 m2/capo per i tacchini; 15 m2/capo per le anatre; 30 m2/capo per le oche e 10 m2/capo per le faraone. Per evitare competizioni e cannibalismo il pascolo deve essere sufficientemente diversificato (presenza di siepi e alberi) e deve
garantire un’area di ombreggiamento pari ad almeno 4 volte quella dei ricoveri. Per una adeguata igiene d’allevamento i pascoli devono disporre di “buche” per il bagno di sabbia.
Nidi
Un adeguato dimensionamento dei nidi garantisce agli animali la “libertà di esprimere un comportamento normale” e una “libertà dal disagio”. Sono da preferire i nidi collettivi anche se per necessità di selezione sono ammessi i nidi individuali da utilizzare durante il primo ciclo di deposizione. Questi i dati indicati per le singole specie: un nido individuale ogni 4 femmine o 120 cm2 di nido collettivo per femmina nel caso di polli di razze nane o leggere; un nido individuale ogni 4 femmine o 150 cm2 di nido collettivo per femmina nel caso di polli di razze mediopesanti o pesanti; un nido individuale ogni 3 femmine o 180 cm2 di nido collettivo per femmina nel caso di tacchini; un nido individuale ogni 4 femmine o 120 cm2 di nido collettivo per femmina nel caso di faraone; un nido individuale ogni 4 femmine o 200 cm2 di nido collettivo per femmina nel caso di
oche; un nido individuale ogni 4 femmine o 150 cm2 di nido collettivo per femmina nel caso di anatre.
Libertà dalla paura e dall’angoscia
I ricoveri e i pascoli devono essere adeguatamente attrezzati per evitare l’ingresso di predatori e di animali nocivi. Gli animali devono poter riconoscere il tramonto e non aver paura del buio: è quindi vietata l’illuminazione artificiale serale. La consistenza delle unità di produzione deve essere di circa 500 soggetti nelle prime 8-10 settimane di vita. In seguito, durante l’ingrasso e la riproduzione, devono essere costituiti “nuclei-ricovero” non superiori a 150 individui. In una stessa
area produttiva possono essere sistemati più “nuclei-ricovero”, anche senza recinzioni di divisione, a patto che vangano rispettate la concentrazione dei capi al pascolo e la distanza-pascolo tra un nucleo-ricovero e l’altro.
Alimentazione
Agli animali allevati col “metodo mediterraneo” deve essere garantita la “libertà dalla fame e dalle sete”. Durante le prime 6-8 settimane di vita gli animali devono essere alimentati a volontà con razioni proteiche; dalla 6^-8^ alla 10^-12^ settimana l’alimentazione deve essere razionata e ricca di fibra; dalla 10^-12^ settimana e fino alla fine dell’ingrasso la razione deve essere energetica e nuovamente a volontà. Ai riproduttori deve essere somministrata una razione in grado di evitarne l’ingrassamento e favorire il pascolo. Gli animali, a partire dalla 3^ settimana di vita, devono sempre avere a disposizione rastrelliere con foraggi freschi e/o conservati.
Età minima di macellazione:
per garantire la tipicità delle produzioni e la qualità delle carni vengono indicate le seguenti età minime di macellazione: pollo 16 settimane (112 giorni); cappone26 settimane (182 giorni); tacchino, faraona e oca 22 settimane (154 giorni); anatra comune 15 settimane (105 giorni); anatra muta e mulard 18 settimane (126 giorni).
Rimonta
Per selezionare un adeguato livello di rusticità non è ammessa la rimonta con animali schiusi da uova deposte da riproduttori al primo ciclo di deposizione. La rimonta può essere fatta con animali schiusi da uova deposti da riproduttori che hanno superato almeno una muta e cioè dal secondo ciclo di deposizione in poi. Dalle uova deposte al secondo ciclo di deposizione si scelgono preferibilmente le femmine; dalle uova deposte al terzo ciclo di deposizione si scelgono preferibilmente i maschi. Nei gruppi riproduttivi al fine di garantire un certo livello di benessere degli animali, si utilizzano preferibilmente solo maschi di un anno.
Tipicità delle produzioni
Al fine di garantire la tipicità delle produzioni tradizionali ottenute con “metodo mediterraneo” è necessario che:
- gli animali vengano allevati in un comprensorio ben definito;
- gli animali devono nascere da riproduttori nati e selezionati nello stesso comprensorio;
- l’alimentazione deve essere integrata con materie prime prodotte nel comprensorio.
Igiene e profilassi
Dovendo garantire agli animali la “libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie” viene favorita la prevenzione predisponendo, per ogni comprensorio, idonei piani di profilassi per gli animali in produzione e per quelli in rimonta. I programmi di profilassi per gli animali in produzione devono garantire la protezione da malattie infettive e parassitarie. I programmi di profilassi per gli animali in rimonta devono garantire la resistenza individuale dei riproduttori a determinate situazioni patologiche.
Non è ammessa la pratica del taglio del becco e dei tendini alari.
Salubrità delle carni
Nell'alimentazione degli animali non vengono impiegai antibiotici, stimolatori di crescita o altre sostanza intese a stimolare la crescita o la produzione.
Il tempo di sospensione tra l'ultima somministrazione di medicinali e la macellazione degli alimentari deve essere di durata doppia rispetto a quello stabilito dalla legge o, qualora tale tempo non sia precisato, di 48 ore.
Al fine di non distribuire carni di animali che “sono stati ammalati” non sono consentiti interventi di cura. Gli animali ammalati e curati, anche con metodo omeopatico, prodotti fitoterapici, ecc., non possono essere commercializzati come “prodotti con metodo mediterraneo”.
Conclusioni
L’allevamento con metodo mediterraneo, conformemente all’esperienza acquisita ed alle informazioni scientifiche, integra le conoscenze tradizionali e tecnologiche già note e può essere soggetto a modifiche e/o integrazioni in base all’evoluzione delle innovazioni. Questo metodo inoltre da delle indicazioni sul metodo da seguire per il recupero, la conservazione e la diffusione delle razze e delle popolazioni locali di avicoli che, da sempre allevate con metodo tradizionale,
difficilmente si adattano a tecniche d’allevamento intensive.
Lavoro presentato al Convegno Nazionale "Parliamo di … allevamenti alternativi e valorizzazione del territorio" - Cuneo 25 settembre 2003